L’incredibile storia della Lenticchia di Altamura raccontata dalla testata Fruitbookmagazine, trade di riferimento del settore ortofrutticolo italiano: ettari centuplicati, grazie alla GDO.
Vi riportiamo l’intero articolo pubblicato sull’importante testata di settore:
A gennaio 2018 questa eccellenza dell’agroalimentare italiano ha ottenuto il bollino giallo e blu dell’Europa, a tutela della sua origine, quindi il 19 marzo scorso il Mipaaft ha riconosciuto al relativo Consorzio il compito ufficiale di svolgere le funzioni di tutela, promozione e valorizzazione dell’Indicazione Geografica Protetta, facendo anche informazione verso il consumatore finale. Stiamo parlando della Lenticchia di Altamura IGP, legume tipico dell’Alta Murgia coltivato oggi in 19 comuni tra la Basilicata e la Puglia. La storia di questo pregiato legume è una storia fatta di passione, di legame con il territorio, di antiche tradizioni contadine, che oggi è diventata uno straordinario caso di successo a livello produttivo e commerciale.
Il Consorzio di Tutela della Lenticchia di Altamura IGP nasce a gennaio nel 2017 e ad oggi conta circa 180 aziende, per un totale di 2.200 ettari di coltivazioni certificate con il bollino giallo e blu. Ma i numeri della produzione italiana di lenticchie sono molto più alti: si parla a fine 2018 di oltre 10 mila ettari dedicati nell’areale appulo-lucano, che in soli quattro anni sono letteralmente centuplicati. “Grazie al lavoro di tanti buyer in tutta la Penisola, da nord a sud, è stato possibile passare in quattro anni da 90 ettari coltivati a lenticchia agli oltre 10 mila ettari attuali, che si estendono nell’areale vocato dei 19 comuni dell’Alta Murgia. – ci spiega Gerardo Centoducati, direttore del Consorzio Lenticchia di Altamura IGP – Questi numeri hanno un importantissimo significato: oggi si è passati dal 2% al 20% di produzione nazionale di lenticchia, riducendo quindi l’importazione per questo prodotto del 18% in così poco tempo”.
Le lenticchie che consumiamo oggi nel nostro Paese provengono principalmente dalla Turchia e dal Canada, primo produttore mondiale di questo legume, ma la lenticchia made in Italy non ha eguali in quanto a sapidità e caratteristiche organolettiche. Il prodotto che arriva dalla Cina o dal Kazakistan in Turchia, a seguito di qualunque lavorazione, per la legislazione turca, prende l’origine da questo paese e arriva in Europa come “made in Turkey”. Il Canada invece, è il più grande produttore globale di lenticchie ma non ha un clima adatto alla coltivazione naturale di questo legume. Secondo quanto riportato dalla più grande associazione di produttori di lenticchie al mondo, la canadese Saskatchewan Pulse Growers, le lenticchie canadesi vengono essiccate con l’ausilio di disseccanti chimici e raccolte con una percentuale di umidità del 18%, quindi vengono fatte disidratate in forni fino al raggiungimento del 14% di umidità, per poter essere quindi spedite in tutto il mondo. La lenticchia in Italia è essiccata naturalmente in campo: va da sé che sviluppa un sapore unico e delle caratteristiche organolettiche nettamente superiori.
La Lenticchia di Altamura IGP, poi, è ancor più pregiata. “Ha un’ottima consistenza e un alto contenuto di ferro e proteine (per essere certificata IGP deve avere un contenuto sopra il 24% di proteine e sopra i 6 milligrammi per 100 grammi di prodotto), – spiega Antonio Nisi, presidente del consorzio di tutela – si caratterizza per la facilità di cottura e soprattutto per un profumo e un sapore unici, conferiti proprio dalla terra d’origine, difficili da ritrovare altrove”.
Grazie a queste sue caratteristiche straordinarie, il pregiato legume dell’Alta Murgia ha convinto la grande distribuzione italiana, conquistando spazi sempre maggiori sugli scaffali e nelle linee private label delle varie insegne. Oggi la Lenticchia di Altamura IGP si può trovare nei supermercati delle catene Megamark, Coop Alleanza 3.0, Il Gigante, Gabrielli, Carelli, Conad Adriatico, Eataly, GDA, Rossetto e IperLando, ma soprattutto a marchio del distributore Despar Premium e Viaggiatore Goloso in tutte le insegne dei gruppi Despar e Unes.
“La Lenticchia di Altamura IGP quest’anno è stato pagata poco più del doppio rispetto al prezzo del prodotto importato e ha garantito un ottimo reddito agli agricoltori, pur rimanendo un prodotto molto competitivo sullo scaffale. – puntualizza Gerardo Centoducati – Sono certo che si continuerà a crescere tanto sia grazie alla marca del distributore, sia per la professionalità dei buyer che sempre più sono attenti all’origine e alla tracciabilità dei prodotti, al valore e alle caratteristiche degli stessi, al di là dell’anacronistico e ‘unico’ parametro del prezzo. Il costo di pochi centesimi in più al chilo è ampiamente ripagato dalla qualità di questo prodotto IGP”.
Anche l’industria di marca ha creduto fortemente in questo prodotto, contribuendo al suo felice sviluppo. La Lenticchia di Altamura IGP è presente ad esempio tra i prodotti cotti in latta di D’Amico e Montello, nei vasetti in vetro Conserve della Nonna del gruppo Fini Modena, nelle chips di lenticchia Cerealitalia, nei biscotti alla lenticchia della Linea Vivisano di Dileo e nella birra alla lenticchia di Terre di Altamura. Il prodotto secco è commercializzato in Distribuzione Moderna per il 95% da Terre di Altamura, che pulisce e confeziona la quasi totalità di Lenticchia di Altamura IGP ottenuta. Tutta da filiera agricola controllata.
Novità per la Gdo? “A brevissimo sarà lanciata la pasta di legumi 100% a base di Lenticchia di Altamura IGP, e presto le nostre lenticchie andranno ad arricchire i minestroni surgelati di una importantissima azienda italiana”, conclude Gerardo Centoducati.
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